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Eco – mobility. L’Italia post Covid avrà mai un traffico green? La risposta del servizio di car sharing

Car2Go, ora Sharenow, ha risposto alle nostre domande sulla mobilità “green”, sulle prospettive del nostro Paese e come la pandemia del Covid-19 ha impattato il settore 

Quale è il bilancio alla fine del 2020, inclusa l’emergenza Covid-19, della share mobility in Italia? 

La pandemia e le conseguenti restrizioni alla vita pubblica hanno comportato una battuta d’arresto al settore della sharing mobility. In particolare, il carsharing ha registrato un calo dei numeri che ha toccato anche il -90% durante il primo lockdown. A spaventare molto i consumatori infatti è stato proprio il principio alla base del servizio: la condivsione. Il timore del contagio nell’utilizzo di un veicolo in comune, nonostante le misure che abbiamo adottato in merito alla sanificazione dei veicoli sia stata eccellente sin dal principio ha infatti portato gli utenti a non scegliere il servizio. Successivamente però, contrariamente a quanto ci aspettavamo, con l’allentare delle restrizioni verso maggio, gli utenti della sharing mobility hanno invertito la tendenza, confermando come questi servizi fossero la giusta risposta per evitare il ritorno ad un uso massivo dell’auto privata in un momento in cui il trasporto pubblico era contingento. Il carsharing infatti si è dimostrato essere la soluzione perfetta per muoversi non solo all’insegna della flessibilità, ma anche della sicurezza e dell’accessibilità economica. In SHARE NOW, dunque, nonostante le restrizioni, possiamo guardare indietro ad un buon 2020, in cui abbiamo registrato un totale di 410.000 nuove iscrizioni e 18 milioni di noleggi a livello globale. Abbiamo anche notato una tendenza verso noleggi più lunghi nel 2020. Ciò è dovuto alla nostra offerta completa di car sharing a lungo termine, in cui i nostri veicoli possono essere noleggiati per un massimo di 30 giorni. 

Car Sharing e ambiente: un legame sempre più forte o ancora da cementare? 

Gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno dimostrato in modo impressionante quanto velocemente il nostro ambiente naturale possa riprendersi dall’inquinamento e quanto valga la pena vivere in una città con volumi di traffico inferiori. Le emissioni globali causate dal traffico stradale sono addirittura diminuite del 36%. Queste cifre indicano chiaramente il grande potenziale che abbiamo a disposizione per alleviare la situazione ambientale. Pertanto, i concetti di traffico delle città dovrebbero concentrarsi costantemente su soluzioni di mobilità sostenibile e non devono essere limitati a misure a breve termine. Dovrebbe piuttosto esserci un approccio olistico che supporti tutte le forme di mobilità sostenibile, come il trasporto pubblico, il car sharing o il ride-hailing. A medio termine, ciò migliorerà ed eleverà la mobilità elettrica a forma di trasporto primaria, rispettosa del clima e per la quale il car sharing a flusso libero che incorpora veicoli elettrici è stato un importante motore trainante. Il 25% della flotta di SHARE NOW è elettrica e sono stati percorsi oltre 166 milioni di chilometri a bordo di vetture elettriche. 

Scegliere il car sharing comporta tangibili benefici dal punto di vista ambientale? Quali? 

Assolutamente, il car sharing gioca un ruolo decisivo nella svolta della mobilità elettrica. Ricordiamoci infatti che ogni veicolo SHARE NOW sostituisce fino a sei auto private e, allo stesso tempo, viene utilizzato fino a sei volte più frequentemente. Inoltre, SHARE NOW con 4 città con flotte 100% elettriche e 5 città con flotte parzialmente elettriche, è il più grande fornitore in Europa di veicoli elettrici in condivisione free-floating. Per noi, infatti, il futuro del carsharing è elettrico e la mobilità elettrica riveste un ruolo di importanza strategica cruciale per la nostra attività. Il funzionamento di una flotta di car sharing esclusivamente elettrico facilita il primo contatto della maggior parte delle persone con i veicoli elettrici e dimostra l’idoneità della mobilità elettrica per l’uso quotidiano.