Giocare con l’inclusività: uno sport che abbatte le differenze
Un campo rettangolare e un canestro in cui fare gol: è il korfball, detto lo “Sport per le pari opportunità”
E se il mondo dello sport fosse davvero inclusivo? Il Korfbal, che significa letteralmente “Palla nel Cesto”, potrebbe riuscire nell’intento. Non si tratta di basket né tantomeno di calcio, ma assomiglia ad entrambi.
Il Korfbal – o Korfball nella sua versione inglese – nasce in Olanda da un insegnante di Amsterdam, Nico Broekhuyzen, nei primi decenni del ‘900. Fin da subito l’intento di Broekhuyenz è quello di ideare uno sport inclusivo che potesse accogliere nella stessa squadra persone di ogni genere, senza alcuna distinzione.
Si può essere davvero inclusivi nello sport?
Se il Korfball viene definito lo “Sport delle Pari Opportunità” c’è una ragione: è, infatti, uno dei pochi che prevede le squadre miste. Questa è una delle più importanti prerogative del gioco, che si pone l’obiettivo di promuovere una tipologia di sport rispettoso e collaborativo. I giocatori, indipendentemente dalla loro età, genere, abilità fisica o origine culturale, sono in grado di destreggiarsi in campo. La forza, infatti, non è un punto essenziale per poter partecipare: intuizione, collaborazione e capacità di creare spazio sono la vera tempra di questo sport.
Anche l’etica ricopre un ruolo importante del gioco: i valori di fair-play e di lealtà sono fondamentali per la pratica del Korfball, rendendolo uno sport che va ben oltre la competizione e la vittoria.
Qualcosa di più sul gioco?
Si svolge in un campo rettangolare diviso in due metà, all’interno del quale si schierano due squadre composte da otto giocatori ciascuna – quattro uomini e quattro donne. Lo scopo è quello di far passare la palla attraverso il canestro dell’avversario; e, fin qui, non può che ricordare il basket.
Ma guardando il campo si nota subito una prima differenza: al posto del classico anello con rete sistemato ai bordi, il Korfball prevede due canestri di plastica posizionati all’interno dell’area di gioco, così da rendere possibile il cosiddetto “gol” da ogni angolazione. La sua palla assomiglia più a quella utilizzata nella pallavolo e la grande particolarità risiede nelle sue regole come, ad esempio, quella di non poter correre con la palla in mano o quella del “possesso palla”, che non può superare i tre secondi a giocatore. Inoltre, durante il gioco è possibile lo scambio soltanto con un compagno di squadra che si trova nella stessa metà campo dell’avversario. Ciò significa che la squadra deve spostarsi in modo coordinato per creare spazi e possibilità di passaggio.
Il Korfball, oltre alla sua inclusività, si distingue anche per l’importanza che dà alla sicurezza dei suoi giocatori. Una delle regole più importanti, infatti, è l’impossibilità di entrare in contatto con gli avversari: una scelta introdotta fin dai suoi esordi per distinguersi come sport accessibile a tutti. Sempre sulla stessa linea, inoltre, i giocatori non possono segnare se sono marcati da un difensore dello stesso sesso.
Il gioco trova la sua più grande popolarità in Olanda, Paese che vanta la più antica e grande associazione, la Haagsche Korfbal Club ALO (squadra di Aia) istituita nel 1906, e la prima federazione internazionale (IKF) con sede a Zeist, nata per promuovere lo sport fuori dal territorio.
Nonostante la sua crescita nei Paesi Bassi, questo tipo di sport non ha trovato altrettanto interesse nel resto del mondo. Non è un caso se il Korfball ancora oggi non rientri tra le discipline olimpiche. Ciò che di buono registra è la sua popolarità sulla rete: si potrebbe definire uno “sport online” vista la grande comunità creatasi tra siti web, forum social e videogiochi che simulano il gioco fuori dal campo.
E in Italia?
Nel 2003 nasce a Torino la Federazione Italiana Korfball (FIK), fondata da Domenico Bencivenga, un professore di Educazione Fisica che per primo fa conoscere lo sport al nostro Paese: con l’attività della FIK, che ben presto entra a far parte dell’International Korfball Federation come 38° membro ufficiale, tutt’ora continua a diffondere questo sport inclusivo e divertente, tanto che, ad oggi, si contano diversi club soprattutto al centro – nord e la Nazionale, seppur relativamente giovane, conta buoni risultati – come la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo.
Come entrare in contatto con il korfball?
Sebbene ancora non si possa parlare di uno sport di massa, esistono diverse squadre di Korfball in Italia, soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Tra le più famose troviamo il Club Korfbal Milano, la Polisportiva GSD Bologna Korfbal, il Club Korfbal Fides Cittadella, il Club Korfbal Arcobaleno Padova e il Club Korfbal San Giovanni in Persiceto.
Molte di queste squadre sono impegnate in progetti e iniziative per promuovere l’inclusività e l’accessibilità, oltreché in eventi e attività rivolti a giovani, persone con disabilità, migranti e altri gruppi che spesso incontrano barriere nell’accesso allo sport. Partecipare a queste attività può essere un’ottima occasione per conoscere nuove persone e fare parte di una comunità sportiva inclusiva e accogliente.
FONTI:
https://www.ilpost.it/2023/03/05/korfball-sport-misto-paesi-bassi/