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La chiave per affrontare l’Intelligenza Artificiale è la formazione

“Siamo nel bel mezzo di un profondo cambiamento nel modo in cui tutti noi lavoriamo e questo porta sfide e opportunità. Dobbiamo tutti concentrarci su come adattarci, riqualificarci e abbracciare la tecnologia per trovare opportunità in questo nuovo mondo del lavoro. Tuttavia, c’è il rischio che le persone vengano lasciate indietro”. 

Sander van ‘t Noordende – CEO e Presidente del Consiglio di Amministrazione Randstad N.V

Ogni innovazione segue un percorso simile: prima viene scoperta, poi applicata, e infine integrata nella vita quotidiana, trasformando il nostro modo di vivere e lavorare. Pensiamo a una delle prime grandi invenzioni, come la ruota: da una semplice intuizione, si è evoluta fino a diventare il fulcro della moderna mobilità, ispirando sviluppi sempre più complessi. 

Allo stesso modo, il microprocessore e gli algoritmi, nati come intuizioni singole, hanno gettato le basi per la creazione del computer. Da lì, siamo passati al cloud, fino ad arrivare all’Intelligenza Artificiale Generativa che oggi utilizziamo quasi senza accorgercene.  

Se inizialmente ha suscitato diffidenza, oggi si riconoscono sempre più chiaramente il valore e le enormi potenzialità che questo strumento può offrire, in particolare nel mondo del lavoro. 

Ma questo progresso sembra solo l’inizio di una nuova era tecnologica.  
Sembra  che ogni settimana emergano nuove tecnologie, nuove piattaforme o nuovi metodi da imparare, che rendono le tecniche precedenti obsolete. Inoltre, le aziende devono affrontare un mercato in costante evoluzione, che richiede flessibilità e capacità di adattamento per affrontare le sfide in continuo mutamento. 

In questo scenario, la chiave risiede nella formazione. 

La rapida adozione di queste tecnologie sta aprendo nuove opportunità per i lavoratori con le competenze necessarie per prosperare nell’economia digitale. 

A questo punto ci si potrebbe chiedere: quanto considerano gli italiani importante la formazione digitale? E quanti di loro ricevono il supporto necessario sul lavoro per acquisire queste nuove competenze? 

Il Workmonitor di Randstad, giunto alla sua 21ª edizione, analizza le attitudini, ambizioni e aspettative dei lavoratori a livello globale, con un focus particolare su AI e formazione

I risultati dell’indagine in Italia, confrontati con i dati globali, mostrano come il 79% degli italiani considera la formazione importante per il proprio lavoro attuale, mentre solo il 7% non è interessato ad un’eventuale opportunità di apprendimento. Tuttavia, solo il 46% ha ricevuto un aiuto nello sviluppo di competenze realmente adeguate alla carriera.  

Tra le varie esigenze di apprendimento, gli italiani considerano la formazione sull’intelligenza artificiale come una priorità assoluta. Il 52% riconosce i benefici legati a questa tecnologia, tuttavia, solo il 13% ha accesso a una formazione specifica in questo campo. Di conseguenza, il 34% si sente ancora impreparato e manifesta il desiderio di un percorso di apprendimento mirato. 

Altri ambiti formativi segnalati riguardano principalmente le competenze nel settore ICT, tra cui: 

  • benessere e mindfulness (26%) 
  • alfabetizzazione digitale e tecnologica (23%) 
  • gestione dei progetti software (19%) 
  • programmazione 
  • competenze manageriali e di leadership (18%) 
  • scienza e analisi dei dati (17%). 

 I vantaggi della combinazione di competenze e tecnologie di intelligenza artificiale sono innegabili e offrono opportunità significative per il futuro del lavoro. L’integrazione dell’AI nel panorama professionale non solo migliora l’efficienza e la produttività, ma consente anche ai lavoratori di affrontare le sfide quotidiane con maggiore preparazione. Ma per sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie, è essenziale investire nella formazione continua e nell’aggiornamento delle competenze.