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Riconoscere se stessi in un film: il percorso dei genitori con difficoltà relazionali

Gestione della rabbia e del dolore, rapporto di coppia, comunicazione con i figli, capacità di autocritica: ecco il percorso che le famiglie in difficoltà compiono nei Gruppi di Psicoeducazione che utilizzano i film come specchio per capire le dinamiche ricorrenti delle proprie relazioni emotive. Il metodo è stato sviluppato dalla Dottoressa Maria Raffaella Rossin dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco di Milano che dice: “I problemi psicologici dei figli sono il motivo per cui le persone chiedono aiuto, ma sono le famiglie intere – e i genitori in particolare – ad aver bisogno di strumenti per imparare ad ascoltare e leggere la realtà”. 

Intervista alla Dottoressa Maria Raffaella Rossin, già Responsabile Nucleo Operativo di Alcologia (NOA) Perini e, ora, collaboratrice volontaria presso il Servizio di Psicologia Evolutiva della Casa Pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco di Milano 

Nessuna famiglia è perfetta. Ma ce ne sono alcune in cui i problemi sono più gravi. Dove si situa la linea?  

In una famiglia i problemi gravi (violenza, aggressività verbale, difficoltà a sentirsi amati, senso di abbandono, etc.) che possono causare anche sintomi psicologici, psichici e fisici, sono dovuti a genitori che hanno difficoltà relazionali, disfunzionalità ad interagire in modo affettivo e accogliente con i figli; che non prestano ascolto e sfuggono alla relazione; che presentano difficoltà o incapacità di autocritica, auto rettifica e coerenza. Questi genitori contattano il Servizio di Psicologia Evolutiva della Casa Pediatria perché portano i problemi piscologici dei figli che non sanno gestire. Ma sono i genitori stessi a divenire i principali beneficiari di un percorso di comprensione reciproca e conoscenza interiore.  

Come funzionano i gruppi psicoeducativi? 

In trent’anni di esperienza ho costruito un percorso di gruppo psicoeducativo (adottato nella cura delle persone con Disturbo Uso di Alcool (DUA) e dei loro familiari, figli compresi) attraverso la visione di film per aiutare i genitori a mettere a fuoco tematiche ricorrenti in tutte le famiglie, affrontando le quali le persone riescono a costruire degli strumenti pratici da applicare nella quotidianità. Gli strumenti sono fatti da immagini e da comportamenti che aiutano a leggere la realtà di tutti i giorni attraverso una visione più critica e distaccata. Questo consente ai partecipanti al gruppo di mettersi in discussione con i tempi soggettivi e senza sentirsi criticati. 

Quali sono le dinamiche ricorrenti nelle famiglie? 

Le famiglie che chiedono aiuto al Servizio di Psicologia Evolutiva hanno figli con disturbi psicologici di vario tipo come, ad esempio, difficoltà di relazione, problemi connessi con la frequenza e il rendimento scolastico, conseguenze connesse a bullismo, comportamenti trasgressivi e antisociali che sono sempre riconducibili alla difficoltà dei genitori ad affrontare in tempo e con le modalità adeguate l’insorgenza di queste problematiche.  

Come si sviluppa il percorso? 

Il percorso è strutturato in tre fasi con incontri a cadenza quindicinale. In ogni fase al gruppo dei partecipanti viene proposto un film che viene visionato con il commento critico della psicoterapeuta per mettere a fuoco le dinamiche presentate nelle varie scene e riflettere sui contenuti che servono a costruire gli strumenti da utilizzare nel quotidiano. I film che costituiscono il percorso trattano dell’importanza della comunicazione, del rapporto di coppia, del rapporto genitori-figli, del bisogno disfunzionale di alimentare i conflitti, della difficoltà a mediare e a controllare la rabbia, della capacità che ogni persona ha di creare strategie complesse per soffrire. Il gruppo è condotto da una psicoterapeuta della famiglia.  

L’esperienza dei gruppi psicoeducativi con la visione di film ha dei vantaggi rispetto ad un gruppo di discussione? 

Ho sperimentato questa modalità di lavoro con genitori di vari contesti e ho verificato che il metodo è molto apprezzato perché la visione dei film e le riflessioni che vengono proposte aiutano le persone a riflettere senza essere costrette ad intervenire o a mettersi in gioco. Il percorso filmico consente ai genitori di vedersi in molte scene dei film; di interessarsi alla propria storia personale; di riflettere sulla propria capacità di autocritica, auto rettifica e coerenza; di sperimentare gli strumenti che il percorso di gruppo propone senza sentirsi giudicati; di imparare a riflettere prima di agire.  

Nessuna famiglia è perfetta, dicevamo, ma tutte possono migliorare. Quali apprendimenti del vostro percorso si possono generalizzare? 

 
Quello che si è verificato in tutti i gruppi è il bisogno di approfondire le tematiche che attraverso i film vengono presentate. I genitori coinvolti hanno aderito al percorso per 18 mesi a cadenza quindicinale e, alla fine, si sono ripromessi di continuare a confrontarsi con i terapeuti per un confronto sui progressi che avrebbero fatto. I genitori hanno un grande bisogno di sapere, di conoscere come funzionano psicologicamente, come funzionano i loro figli. E nel percorso filmico psicoeducativo riconoscono, anche, la facilità di essere coinvolti indipendentemente dalla propria scolarità.