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Tutelare il futuro dei giovani agendo sulla crisi ambientale: il Commento generale n. 26 lancia l’allarme

Il Comitato ONU ha recentemente dichiarato che quella ambientale è diventata un’emergenza ormai inderogabile. La crisi climatica, il declino della biodiversità e l’inquinamento diffuso rappresentano una minaccia concreta per i diritti dei bambini e degli adolescenti, sia oggi che in futuro

Il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia periodicamente divulga la sua interpretazione delle disposizioni relative ai diritti umani attraverso i Commenti generali, focalizzandosi su questioni tematiche precise inerenti all’attualità.

L’obiettivo è quello di fornire supporto agli Stati nell’adempimento dei loro impegni, stabiliti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia. I Commenti generali, inoltre, mirano a sostenere le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate nell’attuare i diritti riconosciuti dalla Convenzione per garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini.

Grazie alla recente pubblicazione della traduzione del Commento n. 26, è stata richiamata l’urgenza di un intervento per fronteggiare l’emergenza ambientale.

Il messaggio è chiaro: tutti gli Stati devono adottare misure decisive per raggiungere emissioni zero entro il 2050.

In questo caso specifico, l’attenzione è stata rivolta ai diritti delle persone minorenni in relazione all’ambiente, con particolare riguardo al cambiamento climatico e a come questo può cambiare la qualità della vita delle generazioni future.

Il Comitato ONU promuove, quindi, un approccio intergenerazionale e sottolinea l’importanza dell’impegno delle istituzioni non solo nell’ascoltare, ma anche nell’incentivare la partecipazione attiva dei ragazzi.

Non è un caso che, per la stesura del Commento n. 26, il Comitato si sia avvalso di un gruppo di 12 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, che hanno partecipato attraverso sondaggi online, gruppi di discussione e consultazioni in presenza, raccogliendo oltre 16.000 contributi in 121 Paesi.

Tra le misure specifiche coinvolte, sono state riportate, ad esempio, il miglioramento della qualità dell’aria per prevenire la mortalità infantile, le modifiche ai sistemi di agricoltura e pesca industriali al fine di avere alimenti sani e sostenibili, gli incentivi agli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica.

Gli Stati sono sollecitati, inoltre, a garantire l’accesso dei minori a informazioni affidabili sulle tematiche ambientali attraverso programmi scolastici mirati a sensibilizzare le nuove generazioni ai rischi connessi al degrado ambientale e a fornire competenze per affrontarli.

L’Autorità Garante, Carla Garlatti, afferma che tutti i bambini e ragazzi hanno il diritto di vivere in un ambiente sostenibile e sano. Il degrado ambientale, infatti, rappresenta una forma strutturale di violenza contro i minorenni, portando potenzialmente al collasso sociale delle famiglie e delle comunità. È imperativo, quindi, introdurre una valutazione dell’impatto delle politiche ambientali sui diritti dei minori, considerando che scelte apparentemente innocue oggi possono rivelarsi dannose domani.

La partecipazione attiva dei giovani sottolinea l’importanza di coinvolgere direttamente le voci dei principali attori di domani nelle decisioni che plasmeranno il loro destino.

È un richiamo a una collaborazione intergenerazionale che va al di là di dichiarazioni e documenti, spingendoci a considerare seriamente il contributo dei giovani come parte integrante della soluzione.